Un gesto di ribellione può essere immotivato oppure giustificato, impulsivo o ragionato… per l’Umano #0.6 è stato vitale. Vitale perché ribellarsi ad una malattia, che arriva inaspettata e che minaccia la propria libertà, è l’unico modo per non lasciarsi abbattere. La lotta contro il Parkinson viene portata sul ring e viene così sfidato dal nostro Umano, Tiberio Roda.
Non chiamatelo stacanovista, ma appassionato
Tiberio ha sempre scelto di rimboccarsi le maniche, anche quando qualcun altro al suo posto avrebbe preso un sentiero più facile. Il padre, Rino, è il fondatore delle Trafilerie San Paolo, un’azienda in provincia di Como, leader nella produzione di matasse di acciaio trafilato. Dover prendere le redini di questa importante azienda non è un peso o una prevedibile conseguenza, ma come qualcosa che Tiberio decide di guadagnarsi. Comincia a lavorarci come operaio mentre ancora studia e, una volta preso il diploma, frequenta un gruppo di giovani imprenditori di Confindustria Como. È giovane, ha appena vent’anni, ma la passione che mostra presto lo premia e dopo qualche tempo diventa presidente del gruppo giovani e membro di giunta a Roma.
Lo spirito imprenditoriale e d’iniziativa sono componenti essenziali del suo carattere e questa forte tenacia viene investita anche nel tempo libero. Tiberio vola col deltaplano e presto questa passione lo porta a ricoprire un ruolo di importanza: diventa responsabile del settore gare di deltaplano senza motore della Federazione Italiana Volo Libero. Si cimenta anche come pilota di sci nautico e guida sua sorella e suo fratello a tante vittorie di gare di velocità.
Insomma, se Tiberio si appassiona a qualcosa ce la mette davvero tutta.
Un break forzato e l’inizio di un nuovo match
A 58 anni, però, i giochi cambiano. Un giorno, inspiegabilmente, perde l’equilibrio e cade da una scala, poi comincia a zoppicare. Quelli che sembrano essere un banale incidente e un casuale malessere, in realtà manifestano una malattia ben conosciuta: il Parkinson. In Italia sono circa 230.000 le persone affette da questa patologia e ancora non esiste una cura, bensì terapie che aiutano ad alleviare i sintomi. La risposta di Tiberio quando gli viene comunicata la diagnosi è decisa:
Dottore, se questa è una gara, la vinco io
La vita costruita fino a quel momento, insieme alla compagna Paola, vacilla. Il Parkinson può provocare vari sintomi: Tiberio fatica ogni giorno sempre più a mantenere l’equilibrio e a modulare la voce. Per affrontare la propria patologia… la studia e scopre che la boxe senza contatto è una disciplina che porta benefici.
ROCK STEADY BOXING
Ideata nel 2006 da Scott Newman, ex procuratore della contea di Marion in Indiana, che, dopo la diagnosi di una forma di Parkinson precoce, ha notato miglioramenti sensibili a seguito degli allenamenti di boxe che praticava regolarmente. Newman studia come poter adattare questo sport alle esigenze dei parkinsoniani come lui. Coinvolge boxeur e medici, riuscendo a rendere la boxe una vera e propria terapia motoria ma… senza contatto. Oggi diversi studi stanno dimostrando come questa disciplina aiuti ad aumentare la percezione e il controllo del proprio corpo, la velocità, l’equilibrio, la coordinazione e la resistenza fisica: proprio gli aspetti che la malattia tende ad intaccare maggiormente. Gli allenamenti sono di vario tipo e per avere dei reali benefici è fondamentale la costanza, perché l’importante non è quanti gesti motori si riescono a fare ma come si riescono a fare. Dietro la qualità di un movimento c’è lo sforzo di riprendere connessione col proprio corpo e i risvolti psicologici di questa conquista sono molto positivi quando il tuo corpo si muove a rallentatore contro la tua volontà.
Il colpo d’incontro vincente
Il colpo d’incontro viene sferrato per bloccare l’azione offensiva dell’avversario mentre si è in posizione difensiva
Tiberio e Paola nel 2014 volano ad Indianapolis, dove viene applicato il metodo del rock steady boxing, per diventare istruttori di questa disciplina e portarla in Italia. Fondano così la prima palestra in Europa, affiliata a quella di Indianapolis, e nel 2015 viene inaugurata a Ponte Lambro la Rock Steady Boxing Como Lake. L’inaugurazione si articola in sei round, di cui il primo vede la partecipazione del famoso pugile olimpico Nino Benvenuti al taglio del nastro:
Non basta impegnarsi, si deve dare tutto e stringere i denti ancora per scoprire che solo con la tenacia si può andare oltre i propri limiti.
Per questo il pugilato è una vera palestra di vita
Nella loro palestra Tiberio e Paola non si limitano ad allenare, ma formano anche volontari e i futuri coach, in modo che questa terapia motoria si diffonda e possa aiutare più persone possibili.

Enzo Simone spiega che l’80% della fatica durante una scalata è mentale ed essendo le montagne simboli per antonomasia di superamento dei propri limiti, alla fine dell’impresa le soddisfazioni sono molteplici: non solo forza fisica, ma anche di spirito.

A conferma del fatto che Tiberio e Paola non dimenticano la preminenza dell’aspetto psicologico rispetto a quello fisico, si sono impegnati anche durante la pandemia causa Covid-19 a mantenere gli allenamenti a distanza.
Le persone che partecipano al corso sono principalmente anziani e avevo paura che questo potesse essere un ostacolo per l’accesso alle piattaforme digitali. Tuttavia sono riusciti ad accedere a Skype con l’aiuto di un parente e abbiamo iniziato le lezioni. Fare lezione via Skype con loro è divertente, perché non è solo sport, ma è anche un’esperienza sociale, non si sentono abbandonati.
Paola Roncareggi
Tiberio Roda ha saputo incanalare la propria passione al servizio di altro e altri anche quando la sua vita è stata stravolta. Con la sua caparbietà ha saputo trasformare in occasione anche l’arrivo di una malattia invadente, accettando l’aiuto di chi lo voleva sostenere in questa impresa.
Lui è Tiberio Roda.
E tu? Che Razza di Umano sei?!
Vuoi saperne ancora di più sulla vita dell’Umano #0.6? Allora ascolta il nostro podcast e immergerti ulteriormente nella storia dei nostri resilienti umani!