Articolo di Niccolò Mazzavillani

Per alcuni non è facile dimenticare, Benedetta ne sa qualcosa. Violentata a 19 anni, ha viaggiato a lungo per cercare di superarlo. Ma a un certo punto ha deciso di reagire.
L’umana #0.18 è una donna che ha fatto del suo trauma una missione.
Questa è la sua storia.

Ritornare a stare meglio

Benedetta Lo Zito è una giovane ragazza che purtroppo è stata vittima di violenza sessuale. Benedetta ha 19 anni quando è successo, ma ha cercato comunque di andare avanti. Inizia a studiare medicina all’università, ma il ricordo di quel tragico episodio è sempre lì, fisso nella sua testa. Così prende una decisione: lascia l’università e comincia a viaggiare. È convinta che un viaggio possa aiutarla a dimenticare e a stare meglio. Come si dice “L’unica regola del viaggio è non tornare come si è partiti”.

Ricominciare da capo

Purtroppo, il viaggio non cura tutte le ferite e quel maledetto ricordo non svanisce. Così ad un certo punto decide di smetterla. Basta. Bisogna reagire. Quello che è successo a lei, succede anche ad altre ragazze:

Ho deciso che, per affrontare il problema, dovevo capirlo fino in fondo: Perché accade? A chi altri è successo? Come si può arginare?.

Quindi Benedetta si trasferisce a Londra, dove studia violenza domestica alla British Columbia e alla università di Sheffield, ottenendo il NFCE (Northern Council for Further Education) livello 2 in Equality and Diversity.

Non chiamatemi influencer, sono una survivor

Specializzatasi in Cultura dello stupro, Benedetta diventa presto una delle divulgatrici più seguite in Italia. La Cultura dello stupro ha come obiettivo far emergere tutti quei comportamenti e quelle pratiche che contribuiscono, anche se indirettamente, alla diffusione delle violenze sessuali nel mondo:

Alla base ci sono gli stereotipi di quella che chiamiamo mascolinità tossica. Si tratta dell’insieme delle credenze che definiscono l’uomo come un essere dominante nella società.

Questo può portare a misoginia e omofobia che diventano dannose nel momento in cui promuovono violenza, abusi sessuali e femminicidi. Per Benedetta l’unico modo per sensibilizzare in merito alla Cultura dello stupro è attraverso il femminismo:

Il femminismo mi ha aiutata perché mi ha fatto capire che ognuno di noi deve diventare padrone della propria storia.

Secondo Benedetta, lo stupro è causato dalla persistenza di alcuni stereotipi che giustificano l’atto. Bastano alcuni titoli di giornale per rendersene conto.

 

Suggeriscono, infatti, l’idea che se una ragazza viene violentata è perché in qualche modo ‘se l’è cercata’: vestita poco, ubriaca, qualche ammiccamento di troppo e così via.

Indipendenza femminile significa vivere senza
venire giudicate, anche per come ci vestiamo e per la
nostra attività sessuale. 

Una libertà intollerabile

Lo stupro non è questione sessuale, ma culturale perché è proprio la libertà il nodo da violare. Lo stupro, infatti, ha un significato più punitivo che sessuale: ti violento perché sei una donna e perché sei libera.; altrimenti non si spiegherebbero le violenze subite da donne anziane e bambine.
L’azione di sensibilizzazione di Benedetta non vuole essere un’accusa al genere maschile, ma una presa di coscienza anche del disagio sofferto da molti uomini, bersagliati da stereotipi in cui non si riconoscono: Non piangere! Non comportarti da femminuccia! Sii maschio! 
Ed è anche per loro, per gli uomini che hanno subito violenze, che è nato il Suns end rape culture. Si tratta del progetto di mutuo-aiuto ideato da Benedetta e dal suo collega Matteo Sangiorgi, con l’intento di offrire sostegno alle vittime di violenza sessuale, informando anche in merito alla Cultura dello Stupro. Attraverso incontri gratuiti di mutuo-aiuto, a cui si può partecipare anche in forma anonima, rivolti sia alle donne che agli uomini, Benedetta e Matteo promuovono l’inclusione dei survivors, accompagnandoli in un percorso volto a farli superare la percezione del proprio vissuto.

La consapevolezza dei giovani

Un pensiero anche sui giovani. Tutto il lavoro di sensibilizzazione e divulgazione trova terreno fertile nella consapevolezza dei giovani che vogliono essere sempre più partecipi del cambiamento:

Ho molta fiducia nei giovani, i quali hanno una grande
forza e la possibilità di condividere e di farsi sentire come mai prima nella storia.

È tu? Che Razza di Umano sei!?

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