Lo screening etico per le organizzazioni non profit spiegato da Giulia Barbieri ep.012

  • Aired on 25 Giugno 2024
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Fundraiser & Co.
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Lo screening etico per le organizzazioni non profit spiegato da Giulia Barbieri ep.012
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Per una società che dice NO all’azzardo, ci vuole anche un terzo settore che sia in prima linea a dire NO all’azzardo. Questo è solo uno dei disvalori per i quali chi opera a favore del bene della comunità non sta al gioco.

Diciamo non alla violenza, diciamo non al bullismo, diciamo non al fascismo… sono tanti i valori che le organizzazioni non profit sostengono, anche con il loro dire ‘no’ a ciò che non è un valore. Per tenere fede all’impegno etico, le organizzazioni non profit hanno a disposizione uno strumento: lo screening etico che serve per essere trasparenti e generatori di fiducia. Utile sia per chi fa raccolta fondi sia per chi dona. Che cosa è e soprattutto come si fa lo spiega Giulia Barbieri, co-fondatrice di Non Profit Factory

Lo screening etico può essere redatto facilmente da ogni tipo di organizzazione non profit, grande o piccola, a tutela dei valori dell’organizzazione, del lavoro dei fundraiser e anche della fiducia che si chiede ai donatori, quando scelgono di sostenere la nostra buona causa. Giulia Barbieri di Non Profit Factory ci ricorda perché ogni organizzazione non profit (o ente del terzo settore) dovrebbe avere una policy etica che metta nero su bianco i valori a cui si ispira e i disvalori che non sostiene. Si tratta di linee guida per la raccolta fondi e per la scelta delle aziende e dei partner sostenitori che devono essere allineate con la linea valoriale dell’organizzazione non profit.

È un impegno etico fondamentale che sta alla base di quella che è la missione di ogni ente del terzo settore e rientra tra le caratteristiche che i cittadini possono valutare quando scelgono di sostenere una organizzazione. Avere delle linee guida sulla raccolta fondi è perciò una garanzia di fiducia. 

«Vi racconto l’esperienza recente con COSPE: io sono responsabile fundraising di COSPE, una organizzazione non governativa che opera da 40 anni in ambito internazionale in 24 paesi del mondo. Si occupa di diritti umani, giustizia sociale, sostenibilità ambientale; attività dove i diritti delle persone più fragili vengono particolarmente sostenuti dai progetti. Di recente ha voluto revisionare e adeguare le linee guida che definiscono chi sono i finanziatori per COSPE. È stato quindi redatto un documento e un processo». 

I valori di COSPE vengono realmente applicati nell’agire quotidiano e lo screening etico definisce anche i parametri rispetto alle donazioni sia da privati cittadini sia da fondi pubblici sia da aziende. Non si parla solo di finanziamenti ma anche di alleanze, di partnership. 

«Si sono attenzionati i vari aspetti andando a definire in primis quelli che sono i criteri di esclusione, i settori e le attività escluse, tra cui l’azzardo e, in seguito, i settori di attività sensibili e l’individuazione di soggetti che possono sostenere l’organizzazione».

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