Roma, 22 ottobre 2024. Cittadinanzattiva presenta l’annuale Rapporto civico sulla salute. Tra le criticità più segnalate, liste d’attesa troppo lunghe e difficoltà di accesso ai servizi sanitari. Dati poco incoraggianti anche sulla prevenzione.
La presentazione del Rapporto civico, giunto alla sua terza edizione, è l’occasione per discutere di temi importanti riguardanti l’ambito della sanità e delle sue principali criticità. L’obiettivo è quello di mettere in luce i dati rilevanti che sono l’indicatore principale dello stato della Sanità nel nostro Paese e che ci portano a riflettere sul diritto alla salute dei cittadini oggi.
L’iniziativa è realizzata con la collaborazione di FNOMCeO, FNOPI, FOFI, FNO TSRM e PSTRP e con il contributo non condizionato di Sanofi.
Una fotografia sulla sanità in Italia
Anche il 2023 non riporta dati rassicuranti per quanto riguarda l’accesso alle cure sanitarie nel nostro paese. Quello che emerge dal rapporto civico sulla salute, presentato da Cittadinanzattiva presso il Ministero della Salute lo scorso lunedì, è che quasi una segnalazione su tre (su 24.043 segnalazioni dei cittadini nel 2023), dunque un buon 32,4%, fa riferimento al mancato accesso alle prestazioni, con il 2,8% di segnalazioni in più rispetto al 2022 e l’8,6% rispetto al 2021.
Segue poi il tema delle cure primarie, con il 14,2% delle segnalazioni, in modo particolare facciamo riferimento alle difficoltà nel rapporto tra cittadini e i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, nella continuità dell’assistenza e nel raccordo ospedale territorio.
L’assistenza ospedaliera e i disagi relativi alle ammissioni in pronto soccorso, i ricoveri e le dimissioni con il 13,3% delle segnalazioni nel 2023 (-2,5% rispetto all’anno precedente), mentre assistenza territoriale (che fa riferimento allo scarso coordinamento delle strutture sul territorio) e prevenzione raccolgono rispettivamente l’11,1% e l’8,6% delle segnalazioni.
Le segnalazioni del Rapporto civico, da sempre “termometro” del rapporto tra cittadini e Servizio sanitario, ci restituiscono un fermo immagine da anni bloccato sull’accesso, la piaga della sanità pubblica, capace per la sua portata e per la sua trasversalità di mettere in secondo piano ogni altro ambito, dal governo della sicurezza, alla necessità di umanizzazione, persino alla qualità delle cure. Avere la percezione di trovare chiusa la porta di accesso al Servizio Sanitario – a causa delle difficoltà connesse alla desertificazione dei servizi, alla debolezza delle cure primarie, alla situazione dei Pronto Soccorso, alle lunghe liste di attesa – scolora gli altri problemi, pur rilevanti, e impedisce anche di cogliere le aree di miglioramento e innovazione o di assumere un atteggiamento fiducioso nelle riforme in corso.
Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva
Da dove vengono i dati
I dati e le informazioni forniti dal Rapporto di Cittadinanzattiva sono raccolti tramite diverse fonti, prima fra tutte le segnalazioni dei cittadini che poi vengono integrate con i numeri dell’Osservatorio civico sul federalismo in sanità.
Questi ultimi provengono dalle numerose rilevazioni annuali di Cittadinanzattiva come monitoraggi, indagini civiche, sondaggi e sono corredati di informazioni e studi importanti provenienti da altre realtà del mondo istituzionale e accademico. Nel Rapporto vengono analizzate e approfondite in modo particolare le macroaree: accesso alle prestazioni e alle cure primarie, assistenza ospedaliera, assistenza territoriale e prevenzione.
Viene dato anche molto spazio al focus su fragilità e non autosufficienze, un tema recentemente discusso per via della nuova riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Il focus mette in luce la necessità di una legge statale che si occupi in maniera diretta dei diritti dei caregiver familiari.
Le 10 priorità per un servizio sanitario più forte ed equo
- Dare piena e totale attuazione ed esigibilità a tutti i cittadini e su tutto il territorio nazionale, e garantire una revisione costante e certa dei livelli essenziali di assistenza
- Dotare il paese di un nuovo Piano Sanitario Nazionale
- Investire nel potenziamento delle infrastrutture digitali e di interconnessione dei dati
- Rilanciare politiche sul personale sanitario
- Investire su ogni livello della prevenzione
- Garantire la piena e tempestiva attuazione delle disposizioni previste dal Decreto liste d’attesa
- Accelerare l’implementazione delle Case della comunità, delle Centrali operative territoriali e degli ospedali di comunità
- Rafforzare e incentivare il personale sanitario nei reparti di Emergenza-Urgenza
- Promuovere un uso più consapevole dei farmaci attraverso campagne informative più efficaci (maggiore sensibilizzazione)
- Garantire processi di approvazione più celeri e un accesso più rapido ed equo per i farmaci innovativi
Rivendichiamo per la sanità pubblica risorse maggiori e continuative, dopo che per anni essa è stata considerata una specie di salvadanaio a cui attingere per tappare i buchi di bilancio del nostro Paese, impoverita e desertificata, ma allo stesso tempo dobbiamo chiederci in che modo sono impiegate le risorse, visto che i Livelli essenziali di assistenza non sono ancora mai stati aggiornati, dal 2008 non si propone al Parlamento un Piano sanitario nazionale, e visto che sono state di recente approvate riforme pur significative, come quella sulla non autosufficienza degli anziani, senza investimenti e senza un Patto di corresponsabilità fra Stato centrale e Regioni.
Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva